A quattro fidentini una medaglia per la loro fedeltà alla patria
(articolo pubblicato sul settimanale "Il Risveglio" il 20 gennaio 2011)
Alla
lista dei fidentini che hanno ottenuto la Medaglia
d'Onore in quanto internati, civili o militari (IMI), nei campi di
concentramento nazisti, si aggiungono ora altri quattro ex-internati
militari. Nel gennaio del 2010 la medaglia era stata conferita ad
Ettore Ponzi successivamente, anche per interessamento
del'Associazione Reduci da prigionia di Fidenza, altri fidentini sono
stati insigniti nel corso del 2011.
Come
negli anni precedenti la cerimonia di consegna avverrà da parte del
Prefetto il 27 gennaio in occasione delle iniziative del Giorno della
Memoria. L'onorificienza è un tardivo riconoscimento della loro
fedeltà alla patria durante il periodo di prigionia nei lager
tedeschi nella seconda parte della guerra tra il settembre 1943 e la
primavera 1945.
Si
tratta di storie diverse ma comune è il senso dell'onore che da esse
si può trarre.
Nel
tracciare la storia di ognuno ci si scontra tuttavia con la
difficoltà connessa alla mancanza di documentazione, ma anche al
silenzio che gli internati hanno mantenuto dopo il loro ritorno a
casa. Ciò incide sulla diversa ampiezza delle nostre note che
seguono.

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Stammlager XVIIA |
Alla
memoria il conferimento per Adorni Remo, militare classe 1914
catturato a Bolzano il 9 settembre 1943 ed internato nel lager XVIIA
in territorio austriaco a Leobesdorf e nel campo di lavoro di
Enzesfeld sino all'aprile 1945. Arruolato il 4 giugno 1940 Adorni nel
36° C.A. di stanza a Vicenza, militò prima in Jugoslavia poi in
Romania ed infine in Russia sul fronte del Don. Adorni fu decorato di
Croce di Guerra per la Campagna di Russia dell'armata C.S.I.R (Corpo
Spedizione Italiano in Russia). Dopo la ritirata rientrò in patria
e, come già abbiamo detto, catturato a Bolzano mentre era in
servizio presso la caserma del “Battaglione Genieri”.
Caricato
su un treno ebbe modo di incontrare il fratello, pure prigioniero, i
due giungeranno allo stesso campo.
Il
viaggio da Bolzano al luogo di prigionia fu comunque un'esperienza
disumana ed i prigionieri una volta giunti al campo furono
immediatamente sottoposti ad una doccia gelide ed inviati al lavoro.
Ad
Adorni venne, in un primo momento, assegnata l'esecuzione di lavori
in nuratura per passare poi alla riparazione di automezzi e alla fine
l'attività di barbiere.
Come
ha avuto modo di raccontarci il figlio “l'avvenimento che più lo
ha segnato si riferisce ad un fatto drammatico: il fratello,
rivoltatori fisicamente ad un ufficiale tedesco, corse il pericolo di
essere fucilato. Mio padre implorò per lui pietà, rivolgendosi ad
un altro ufficiale che abitualmente si recava da lui per fruire del
servizio di barberia. Grazie a questo intervento, fu concessa pietà
a mio zio, ma entrambi furono sottoposti a fustigazione e ad una
settimana da trascorrere in isolamento:”

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Documento di riconoscimento di Renzo Aimi per avviamento al lavoro coatto |
Alla
memoria anche il conferimento della Medaglia d'Onore a Aimi Renzo,
militare classe 1913 . Richiamato alle armi il 10 giugno 1941 giunse
in territorio dichiarato in stato di guerra il 26 febbraio 1942 per
poi raggiungere la Grecia nell'aprile dello stesso anno. Ha
partecipato alle azioni di guerra sul fronte greco-albanese col XIV
Gruppo Artiglieria di Armata dal 18-11-1942 al 8 settembre 1943.
Prigioniero
dei tedeschi dal 8 settembre 1943 al 8 maggio 1945 e trattenuto dagli
alleati fino al 16 maggio 1945, rientrò in Italia presentandosi al
Distretto Militare di Parma.
Il
campo di riferimento fu lo Stalag IV B (matricola 257578) nella zona
di Dresda per poi venire impiegato, allo stato di civile lavoratore,
nei campi di lavoro situati nel territorio dei Sudeti, allora
territorio nazionale della Germania (campi zona IVC).
Dai
documenti risulta che fu utilizzato nel lavoro coatto di fabbrica
della ditta ISER G.m.b.H. di Morchenstern.
Altri
documenti fanno capire di un periodo di attività nelle operazioni
belliche in zona di confine nel periodo immediatamente successivo
alla liberazione, gli fu poi rilasciato lasciapassare dal corpo
combattente Cecoslovacco che aveva preso il controllo della zona
precedentemente annessa al Terzo Reich.

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Stammlager XIIA |
Il
soldato Giavarini Ermete, militare classe 1923 vivente, fu fatto
prigioniero in Francia a Marsiglia il 28 settembre 1943 dalle truppe
tedesche per essere avviato su un carro ferroviario al campo di
concentramento a Coblenza Stalag XIIA dove rimase sino all'agosto
1945. Costretto ad un lavoro molto pesante che aveva difficoltà a
svolgere. Veniva pertanto frequentemente punito con delle frustate
che sente ancora sulla sua pelle. Malgrado ciò ce la fece ed il 25
marzo 1945 fu liberato dalle truppe americane ed il 25 agosto 1945
finalmente potè ritornare “nella nostra bella Italia”, queste le
sue parole.

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Stammlager IIIC |
Vascelli
Renzo, militare della classe 1922 è tuttora vivente. Semplice geniere al II reggimento telegrafisti, quale specializzato telescriventista nel settembre 1943 si trova a Roma in servizio al Ministero della Difesa. Per i fatti dell'otto settembre la caserma e gli edifici circostanti furono cannoneggiati e colpiti da vari proiettili di provenienza sconosciuta. Lo smarrimento totale e la mancanza di ordini costrinse la truppa a tentare una difesa. Si formarono gruppi organizzati sotto le mura della Stazione Termini in costruzione, finché furono costretti ad arrendersi alle truppe tedesche il 10 settembre 1943. Fu internato nello Stammalger IIIC di Kustrin, oggi in territorio polacco, per essere subito assegnato al lavoro a Ebersvalde presso la ditta
Ardelt-Werk sino all'aprile 1945. Dopo
la presa del campo da parte dell'esercito russo fu trattenuto sino al
settembre 1945 per poi ritornare in patria.

Vedi anche:
2 commenti:
Credo che queste storie si intreccino particolarmente con quelle di Giovannino Guareschi, che, a differenza di altri e grazie al suo mestiere, ha ben documentato e pubblicizzato la vita del lager.
Io, onestamente, lo scriverei sulla pagina dedicata alle quattro medaglie d'onore findentine, se non altro come richiamo documentale.
Se Ettore Ponzi e gli altri commilitoni fossero stati, anche per un solo giorno, partigiani, avrebbero avuto la medaglia subito, il 26 aprile del '45.Invece erano solo arruolati nell'esercito del Duce, quindi eroi di serie B, come i sopravvissuti di Cefalonia e Corfù.
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