Un episodio tra i mille di quelle giornate convulse e drammatiche è quello raccontato nel diario che un ex-prigioniero del campo di Fontanellato ha lasciato alle sorelle Vajenti che ne protessero la latitanza tra il 1943 e il 1944 sulle colline attorno Vigoleno in Val d'Ongina. L'intero diario è stato pubblicato a mia cura dal sito inglese Prisoner of War alla pagina:
Il ricordo di Joseph Cahalane, che ho recentemente celebrato con i figli, ospiti a Fidenza, è invece ripreso alla pagina:
Nelle righe che seguono riporto alcune righe del diario:
"It happened on the evening of September 8th. I was seated on the wooden trestle table in our messroom of P.G. 49, sipping a bottle of iced orangeade, thinking of nothing in particular except perhaps that the evenings were beginning to be of a temperature rather more bearable than they had been throughout the summer months, & also perhaps, looking at the grubby table tops, that Griffiths wasn't worrying too much about maintaining their cleanliness, he having just taken the job from me. C.P.G. 49 was a converted orphanage situated on the outskirts of the "Paese di Fontanellato", a small but seemingly important centre for farmers living over a fair area around, judging by the crowds that always appeared on 'festa' days, & the truck & wagons that were always in & out through the working days. As I gazed through the window on this particular evening, just before 8 o'clock, the scene was much the same as on any other. People - mostly women & girls, strolled slowly, arm in arm, along the road by the camp, occasionally one of them just before rations behind the hut, risking a sly wave across, in response to the group of ladykillers, the same little group to be seen sitting outside against the wire every other night since the camp had opened six months before. One or two bicycles weaved their way slowly through those walking, as they always did, there being apparently no law to keep pedestrians on the side of the road to allow free passage for wheeled traffic. It had always amused me how, a heavy lorry or a bus (one bus passed the camp four times a day) invariably went through the village without reducing speed, & sounding its horn, without a break, starting a kilometre before the village finishing a kilometre after, the pedestrians parting slowly, without excitement or harsh word, before the onrushing vehicle. Much the same thing happens with a car but somehow was never as amusing to me."
Continua la lettura: http://www.pegasusarchive.org/pow/anon.htm
Traduzione informale:
Accadde
la sera dell' 8 settembre. Ero seduto alla tavola di legno coi
cavalletti nella nostra mensa del P.G. 49, gustando una bottiglia
di aranciata ghiacciata, pensando a niente di particolare eccetto
forse che le serate stavano diventando più accettabili per
temperatura in confronto a quelle insopportabili dei mesi estivi,
e anche, forse, guardando alle superfici sporche del tavolo, che
Griffiths non si era preso abbastanza disturbo per mantenerle
pulite, lui che aveva preso proprio il mio posto.
Il
C.P.G. 49 era un orfanotrofio riconvertito situato alla periferia
di Fontanellato, un piccolo ma apparentemente importante centro
per contadini che vivevano nella zona circostante, giudicando
dalla folla che appariva sempre in "festa" in quei
giorni, e i camions i trattori che andavano e venivano nei giorni
lavorativi. Guardavo fuori dalla finestra in quella particolare
sera, prima delle 8, la scena era come il solito delle altre sere.
La gente soprattutto donne e ragazze, facevano pigramente la
passeggiata, sotto braccio, lungo la strada vicino al campo,
talvolta una di loro proprio dietro la capanna della distribuzione
dei viveri, rischiava un cenno veloce in risposta ad un gruppo di
"ladykillers", lo stesso gruppo che si poteva vedere,
seduto all'esterno del filo spinato, ogni notte da quando il campo
era stato aperto 6 mesi prima. Una o due biciclette erano
intralciate da quelli che passeggiavano, come facevano sempre, non
essendoci apparentemente alcuna regola che tenesse i pedoni da una
parte della strada e permettesse il libero passaggio al traffico
su ruote. Mi ha sempre divertito come un pesante camioncino o un
autobus, (un autobus passava 4 volte al giorno di fuori del campo)
che invariabilmente attraversava il paese senza rallentare,
suonando il clacson continuamente, senza alcuna interruzione;
cominciava un chilometro fuori dal paese, finendo un chilometro
dopo, i pedoni che si dividevano lentamente, senza alcuna parola
eccitata o aspra, davanti all'irrompente veicolo. Spesse volte
questo accadeva con un macchina, ma questo non mi divertiva così
tanto.
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